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      Ai due lati della porzione superiore della colonnetta si trovano due scudi membranosi; i loro margini si congiungono sul davanti come si vede nella figura B. In questa figura il petalo del lato che sta di fronte all’osservatore è asportato, e il labello è rappresentato nella posizione che assume dopo un contatto. Appena che il labello si è in tal modo sollevato, un insetto che sia stato racchiuso non può sfuggire che per lo stretto canale formato dalle prominenze degli scudi. Dovendo uscirne in tal modo non può evitare di trasportar seco le masse polliniche, poichè il suo corpo, prima di venir in contatto con esse, fu coperto dalla sostanza vischiosa del rostello. Se questo insetto vien preso in un altro fiore e ne esce di nuovo per la stessa via, dovrà quasi certamente lasciare almeno una delle masse polliniche sullo stigma vischioso e così feconderà il fiore.
     
      Fig. 14. — Pterostylis longifolia
      (Tolta da Australian Orchids di R.D. Fitzgerald).
      A. Fiore allo stato naturale; si scorge nell’interno il contorno della colonnetta.
      B. Fiore da cui fu allontanato il petalo che sta di fronte all’osservatore; si può vedere la colonnetta coi suoi due scudi e il labello nella posizione che prende dopo un contatto.
      Tutto quel che fu detto fin qui è preso dalla bella ed esatta descrizione di Pterostylis trullifolia fatta dal signor Cheeseman52, ma io ho copiato la figura di P. longifolia dalla grande opera del sig. Fitzgerald sulle orchidee dell’Australia, poichè essa dimostra più chiaramente i rapporti reciproci delle parti fra loro.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





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