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      Egli tenne una pianta nella sua stanza, e dice: «una mosca che andò a posarsi sul suo labello fu portata dallo scattare di questo presso la colonnetta e là inviluppata nella vischiosità dello stigma; negli sforzi fatti per sfuggire asportò il polline dell’antera e lo depose sullo stigma». Egli aggiunge, che le specie di questo genere senza un simile aiuto «non portano mai semi». Ma per l’analogia con altre orchidee possiamo essere sicuri che gl’insetti di solito operano in modo affatto diverso da quello della mosca accalappiata dallo stigma, e trasportano senza dubbio polline da una pianta all’altra. Il labello di un altro genere australiano appartenente all’Arethuseæ, Calæna, è ritenuto come irritabile dal dott. Hooker53, così che esso per il contatto d’un insetto si chiude istantaneamente contro la colonnetta a racchiude talvolta la sua preda come in una scatola. Il labello è coperto di singolari papille, le quali, per quanto consta dalle osservazioni del sig. Fitzgerald, non vengono rosicchiate dagl’insetti.
      Il sig. Fitzgerald ha descritto parecchie altre specie ancora, e riguardo all’Acianthus fornicatus ed exsertus ha constatato, che nessuna di queste due specie produce semi quando sia impedita la visita degli insetti, ma sono facilmente fecondate se vien portato del polline sui loro stigmi. Il sig. Cheeseman54 ha osservato la fecondazione di Acianthus Sinclairii della Nuova Zelanda, i di cui fiori sono costantemente visitati dai ditteri, senza l’aiuto dei quali le masse polliniche non verrebbero trasportate.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





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