Pagina (125/318)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      I pecchioni si arrestavano sempre in basso alla base della spica, si arrampicavano su per la stessa in una spirale e succhiavano un fiore dopo l’altro. Io credo che i pecchioni facciano ordinariamente così, quando visitano una infiorescenza fitta, poichè è il modo più comodo, — come lo è anche per il picchio quello di rampicare dal basso all’alto sul tronco, quando va in cerca d’insetti. Questa osservazione sembra essere assai insignificante; però guardiamo al risultato. Supponiamo che un’ape quando incomincia la sua ronda di buon mattino vada a posarsi sul vertice della spica; certamente essa dovrebbe in questo caso estrarre le masse polliniche dei fiori superiori e più giovani. Quando essa arrivasse poscia sui fiori immediatamente inferiori, le di cui colonnette non si avessero ancora allontanate dal labello, ciò che avviene solo tardi e gradatamente, le masse polliniche sarebbero staccate dalle loro proboscidi e andrebbero perdute. Ma la natura non consente una simile dissipazione. L’ape incomincia quindi coi fiori inferiori e rampicandosi a spirale su per la spica, non porta seco nulla da questa prima spica da lei visitata, prima di giungere ai fiori superiori; e da questi estrae le masse polliniche. Essa vola poscia su di un’altra pianta ed arrestandosi di nuovo sui fiori inferiori e più vecchi, entro i quali conduce un ampio ingresso in conseguenza del movimento della colonnetta che si è già verificato, le masse polliniche urtano contro lo stigma sporgente. Se lo stigma dei fiori inferiori è già completamente fecondato, non resterà affatto o solo poco polline sulla sua superfice già disseccata; ma nei fiori successivi, il di cui stigma è ancora vischioso, resteranno attaccate grandi masse di polline.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318