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      Questi ultimi tengono le loro masse polliniche pronte per l’allontanamento, ma il rostello fino all’esplosione si curva all’innanzi e al basso, in modo da difendere per qualche tempo lo stigma; poi lentamente si raddrizza di nuovo e lo stigma maturo è liberamente esposto e pronto ad essere fecondato.
      Avrei desiderato di sapere, se il rostello esplodesse senza venir toccato mai; ma trovai difficile di conseguire una certezza su questo punto, poichè i fiori sono estremamente seducenti per gl’insetti ed è quasi impossibile tener lontani i più piccoli di essi, il di cui contatto è sufficiente a produrre l’esplosione. Furono coperte molte piante con una rete e lasciate così finchè le piante circostanti avevano messo le loro cassule; nella maggior parte dei fiori coperti i rostelli non erano esplosi, quantunque i loro stigmi fossero appassiti e il loro polline logorato e inetto al trasporto. Però in alcuni dei fiori più vecchi si potè ancora ottenere una debole esplosione in seguito ad urto violento. Altri fiori furono trovati scoppiati sotto la rete e le estremità delle loro masse polliniche erano fissate alla cresta del rostello; se questi fiori siano stati toccati da un minutissimo insetto oppure scoppiati da sè, non fu possibile decidere. Deve essere notato che col più diligente esame non si potè trovare alcun granello pollinico sullo stigma di nessuno di questi fiori e che i loro ovarii non erano ingrossati. In uno degli anni successivi furono coperte di nuovo parecchie piante con una rete e potei constatare che il rostello aveva perduto la facoltà di esplodere dopo circa quattro giorni e contemporaneamente la sostanza vischiosa raccolta nelle logge del rostello era divenuta bruna.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318