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      Potrei aggiungere qui la descrizione di molte altre particolarità singolari di struttura riscontrate nelle Vandee, togliendole principalmente dalle lettere di Fritz Müller, che trattano delle Vandee del Brasile, ma non voglio stancare il lettore. Devo tuttavia fare ancora qualche osservazione su alcuni generi, la di cui fecondazione resta un mistero, principalmente a cagione della ristrettezza dell’ingresso dello stigma, che rende straordinariamente difficile l’introduzione delle masse polliniche. Io ho osservato parecchi anni due specie assai affini o varietà di Acropera, vale a dire A. luteola e A. Loddigesii, e ogni particolarità della loro struttura sembra tendere a rendere quasi impossibile la loro fecondazione. Non mi è occorso mai un simile caso, non già perchè io comprenda perfettamente gli apparecchi di alcuna orchidea, poichè nuove e meravigliose particolarità mi si manifestano quanto più io stesso studio qualunque delle nostre orchidee inglesi più comuni.
      Il rostello sottile ed allungato di Acropera è disposto ad angolo retto di fronte alla colonnetta (vedi il disegno schematico, fig. 23) e il peduncolo del pollinio è naturalmente di eguale lunghezza e molto più sottile. Il disco si presenta in forma di un berretto estremamente piccolo, è viscoso all’interno, e si adatta all’estremità del rostello. La sostanza viscosa si indurisce solo lentamente. I sepali superiori formano un cappuccio, che racchiude e protegge la colonnetta. Il labello è un organo affatto fuori dell’ordinario, e si sottrae a qualsiasi descrizione; è inserito alla colonnetta mediante una sottile listerella tanto elastica e pieghevole, che un soffio lo fa oscillare.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





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