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      Io ho osservato ciò più volte; talvolta intorno a questi fiori sono radunati tanti pecchioni, che ha luogo una processione continua attraverso il descritto canale».
      Non si può menomamente dubitare, che la fecondazione del fiore dipenda assolutamente da ciò, che gli insetti devono uscire per il canale formato dalla estremità del labello e dalla colonnetta curvata sopra di esso. Se la grande porzione distale del labello, oppure la cavità di esso fosse asciutta, gli imenotteri potrebbero facilmente uscirne al volo. Noi dobbiamo quindi ritenere che il liquido secreto in così grande copia dalle appendici e accumulato nella cavità non serva qual saporito mezzo di adescare gli insetti, poichè si sa che essi rosicchiano il labello, ma serva invece allo scopo di bagnare le loro ali per costringerli in tal guisa a scivolar fuori attraverso il canale.
      Ho dato fin qui, fors’anche con troppi dettagli, la descrizione di alcuni pochi apparecchi, col mezzo dei quali si compie la fecondazione delle Vandee. La posizione reciproca e la forma delle parti, — attrito, viscosità, movimenti elastici ed igrometrici, tutti esattamente collegati fra loro, — tutto ciò viene in giuoco. Ma tutti questi apparati sono subordinati all’intervento degli insetti. Senza il loro ajuto neppure una delle piante appartenenti alle specie dei ventinove generi di questo gruppo da me esaminate porterebbe neanche traccia di semi. Per la maggior parte dei casi è anche sicuro, che gli insetti trasportano i pollinii dai fiori solo nella loro ritirata, e da quell’allontanamento ne segue che essi fanno ordinariamente compiersi l’unione di due fiori appartenenti a piante diverse.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





Vandee