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      Parecchi fiori mi furono spediti per la posta e colla ferrovia, e dovevano essere stati scossi assai; tuttavia non avevano esploso. Io lasciai cadere due fiori dall’altezza di due o tre pollici sopra una tavola ed i pollinii non furono emessi. Tagliai con una forbice e con un sol colpo il grosso labello e l’ovario immediatamente sotto il fiore; ma neppure questa violenza ebbe alcun effetto; così pure a nulla riuscirono le profonde punture fatte in diverse parti della colonnetta, e perfino dentro la cavità stimmatica. Un urto abbastanza forte per abbassare l’antera produce l’emissione del pollinio, come una volta per caso lo esperimentai. Due volte ho esercitato pressione abbastanza fortemente sul peduncolo e per conseguenza sul rostello sottostante, ma senza alcun risultato. Per comprimere il peduncolo allontanai dolcemente l’antera, e in seguito a ciò, l’estremità del pollinio portante il polline scattò verso l’alto per la propria elasticità, e questo movimento ebbe per conseguenza la liberazione del disco. Il signor Ménière, tuttavia, afferma88 che la loggia dell’antera si stacca, o può essere dolcemente distaccata, senza che avvenga la separazione del disco, e che in tal caso l’estremità superiore del peduncolo, che porta le masse polliniche, viene a collocarsi in basso e davanti alla cavità dello stigma.
      Dagli esperimenti fatti su quindici fiori di tre specie diverse, mi risultò che nessuna violenza moderata esercitata su qualunque parte del fiore, ed eccezione delle antenne, produce un qualche risultato.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





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