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      In fine noi vedremo quanto sia stata enorme la somma delle variazioni dalla loro forma tipica ed originaria, subite da questi fiori.
      Robert Brown108 ha trattato pel primo con chiarezza delle omologie delle orchidee e, come si poteva aspettarsi, ha lasciato addietro poco da fare. Guidato dalla struttura generale delle piante monocotiledoni e da diverse altre considerazioni, stabilì la dottrina, che il fiore in realtà sia formato da tre sepali, tre petali, sei antere disposte in due cicli (delle quali solo un’antera del ciclo esterno è perfetta in tutte le forme comuni) e da tre pistilli, uno dei quali è stato trasformato nel rostello. Questi quindici organi sono come di solito alterni, disposti a tre a tre in cinque cicli. Per l’esistenza di tre di queste antere in due di quei cicli R. Brown non ha prove sufficienti, ma egli crede che esse siano combinate col labello o col labbro inferiore, ogni volta che quest’organo presenta delle creste o delle listarelle. Lindley accoglie e propugna queste idee di R. Brown109.
      Brown seguì i vasi spirali nel fiore mediante spaccati trasversali e solo occasionalmente, secondo rilevasi dal suo lavoro, col mezzo di spaccati longitudinali110. Poichè si trovano vasi spirali in un periodo di accrescimento assai primitivo, e questa circostanza in un organo è di grande valore per lo studio delle omologie, e poichè essi hanno evidentemente un’alta importanza funzionale, sebbene la loro funzione non sia esattamente conosciuta, così mi sembrò, guidato anche dal consiglio del Dr Hooker, prezzo dell’opera di seguire tutti i vasi spirali dei sei gruppi che stanno attorno all’ovario in direzione longitudinale.


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I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti
di Charles Darwin
Utet
1883 pagine 318

   





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