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      Da ambe le parti le piante così agglomerate diventarono gracili. I fiori furono disposti per la fecondazione spontanea sotto un velo; le piante incrociate produssero 37 capsule e le autofecondate soltanto 18, cioè come 100 sta a 47. Le prime contenevano in media circa 3,62 grani per capsula e le altre 3,38, cioè a dire come 100 sta a 93. Confrontando questi dati (ossia il numero delle capsule e il numero medio dei grani) le piante incrociate, agglomerate, produssero dei grani, che, paragonati agli autofecondati stanno nel rapporto di 100 a 45. Questi ultimi però furono assolutamente più grossi (un centinaio pesava grani 41,64; 2gr,48) che quelli delle piante incrociate, di cui un centinaio pesava 36,79 grani (2gr,24): questo risultato è da attribuirsi probabilmente ad un piccolo numero di capsule nate sulle piante autofecondate, dov'esse furono meglio nutrite. Così noi vediamo le piante incrociate della prima generazione, vegetino esse in condizioni favorevoli, o in condizioni peggiorate dall'agglomeramento, sorpassare di molto in altezza, di molto pure nel numero delle loro capsule, e di pochino pure nel numero dei granelli per ciascuna capsula, le piante autofecondate.
      Piante incrociate ed autofecondate della seconda generazione. - I fiori nelle piante incrociate dell'ultima generazione (Tabella II) furono fecondati col polline di piante distinte della stessa generazione, e i fiori nelle piante autofecondate furono fecondati col polline del medesimo fiore. I granelli così ottenuti furono trattati, sotto ogni riguardo, come si è detto, ed ecco il risultato delle misurazioni nella seguente Tabella.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





Tabella II Tabella