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      Io aveva pure desiderio di assicurarmi se un incrocio, fra due fiori della stessa pianta, producesse nella discendenza qualche superiorità, in confronto della discendenza dei fiori fecondati col loro proprio polline. - Presi, pertanto, dei grani freschi e ne ottenni due piante, che ricopersi con un velo, e incrociai qualcheduno dei fiori col polline d'un fiore distinto appartenente al piede medesimo. Ottenute così ventinove capsule, esse contenevano una media di 4,86 semi per ciascuna, e 100 di questi semi pesarono grani 36,77 (2gr,21). Molti altri fiori furono fecondati col loro proprio polline, e 36 capsule così ottenute, contenevano, per ciascuna, una media di 4,42 semi, dei quali un centinaio pesò grani 42,61 (2gr,56). In tal maniera sembrava che un tale incrociamento avesse leggermente aumentato il numero dei semi per ogni capsula nella proporzione di 100 a 91, ma queste sementi incrociate furono più leggere delle autofecondate, nella proporzione di 86 a 100. Del resto, dopo altre esperienze, io sono in grado di mettere in dubbio la confidenza che potesse derivare da tali risultati. I due gruppi di semi, dopo aver germinato nella sabbia pura, furono collocati in coppie nelle estremità opposte di nove vasi, e furono trattati, in tutto, colle medesime cure che si ebbero per le piante delle esperienze antecedenti. - Il restante dei semi, dei quali alcuni avevano germinato, altri no, furono seminati nelle estremità opposte d'un largo vaso (numero X), e si misurarono dall'una e dall'altra parte le quattro piante più grandi.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584