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      Ricopersi con un tessuto una pianta che vegetava nel suo terreno nativo (Galles settentrionali), ed ho fecondato sei de' suoi fiori, ciascuno col suo polline, e sei altri col polline d'una pianta distinta che vegetava qualche piede distante. La pianta ricoperta fu scossa, di quando in quando, con violenza, per imitare un colpo di vento e per facilitarne così l'autofecondazione. Oltre ai dodici artificialmente fecondati, fiorirono sullo stesso piede 92 fiori, dei quali 24 soltanto produssero delle capsule. Del resto quasi tutti i fiori delle piante vicine, che vegetavano allo scoperto, furono piene di frutti. Di 24 capsule autofecondate due solamente erano piene di semi, sei ne avevano pochi e 10 pochissimi. Essendo accidentalmente caduto un poco di polline aderente alle antere dopo la loro deiscenza sullo stigma già pervenuto a maturità, dev'essere stata questa la causa per cui i 24 suddetti fiori furono parzialmente autofecondati. Effettivamente i labbri della corolla appassendo, non si ripiegano già al di dentro; i fiori cadendo non girano intorno al loro asse, in modo da portare i peli coperti di polline, di cui è rivestita la faccia inferiore in contatto collo stigma, ed è per l'uno o l'altro di questi fatti, che forse è avvenuta l'autofecondazione.
      I semi delle suddette capsule incrociate e autofecondate, dopo aver germogliato nella sabbia pura, furono collocati in coppie in punti opposti di cinque vasi di media grandezza, conservati nella serra. Dopo qualche tempo le piante parve che soffrissero d'inanizione, e senza essere danneggiate, furono levate dai loro vasi, per essere piantate in piena terra, in due serie parallele e vicine.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





Galles