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      LINARIA VULGARIS.
      Nel capitolo d'introduzione ho ricordato di aver ottenuto, da molti anni, due grandi aiuole di questa pianta, da semi incrociati ed autofecondati, e che esisteva una sensibile differenza in altezza e in aspetto complessivo tra le due serie. L'esperimento fu ripetuto più tardi con molta cura; ma siccome era una delle prime piante che pigliava ad esperimentare, non seguii il mio solito metodo. Furono presi dei semi su alcune piante silvestri che vegetavano nelle vicinanze, e seminati nel mio giardino. Cinque piante furono coperte da un velo, e le altre restarono abbandonate all'azione delle api, che visitano continuamente i fiori di questa specie, di cui esse sarebbero, secondo Müller, le esclusive fecondatrici. Questo eccellente osservatore(25) fa notare che, quando lo stigma è adagiato fra le antere e giunge a maturità contemporaneamente a queste ultime, l'autofecondazione è possibile. Ma è tanto piccolo il numero dei grani prodotti dalle piante protette, che il polline e lo stigma dello stesso fiore sembra siano dotati in grado piccolissimo di un'azione reciproca. Le piante che vivevano allo scoperto diedero molte capsule che formavano delle fitte spiche. Cinque di questi frutti furono esaminati, e sembrava che contenessero un egual numero di sementi; le quali contate in una capsula furono trovate sessantasei. Le cinque piante coperte produssero in tutto soltanto venticinque capsule, delle quali le cinque maggiori contenevano in media 23,6 semi, essendo 5,5 il minimo dei semi d'una capsula.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





Müller