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      Una sola pianta della suddetta varietà era stata ricoperta da un tessuto poco tempo prima della fioritura, ed incrociata col polline di un'altra pianta della stessa varietà, vegetante vicinissima a lei. Le sette capsule così prodotte contenevano in media 16,3 semi; una ne conteneva al più venti. Alcuni fiori furono artificialmente autofecondati, ma le loro capsule non racchiudevano tanti granelli quanti ne avevano quelle dei fiori spontaneamente autofecondati sotto un velo, che ne diedero in gran copia. Quattordici di queste ultime capsule contenevano in media 4,1 semi, ed il massimo 10, di maniera che i semi delle capsule incrociate stavano numericamente a quelle delle autofecondate, come 100 a 25. I semi autofecondati, dei quali 58 diedero un peso di grammi 0,232, furono del resto un po' migliori di quelli delle capsule incrociate, delle quali 38 pesavano grammi 0,225. Quando i semi furono pochi, diventarono ben più nutriti che quand'erano molti.
      Le due serie di semi, in eguale stato di germogliazione, furono collocati mezzi per parte, in punti opposti d'un vaso, e mezzi per parte in piena terra. Nel vaso le pianticine incrociate superarono da principio leggermente le autofecondate, poscia raggiunte, poi superate, e finalmente restarono più alte. Le piante, senza che ne soffrissero, furono trapiantate dai vasi in piena terra. Dopo un certo sviluppo, i piedi incrociati, ch'erano press'a poco tutti uguali, superarono tutte le autofecondate di 0m,050. All'epoca della fioritura la pannocchia della pianta più alta incrociata, superò di 0m,150 quella della maggiore autofecondata.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





Quattordici