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      I fiori delle piante autofecondate della seconda generazione (Tabella XXIX) furono disposti sotto un velo, perchè si fecondassero spontaneamente; diedero molti semi. Queste ultime, come pure le sementi incrociate, furono seminate a coppie, in punti opposti di sei grandi vasi, che furono dapprima conservati in una serra fredda. Al principio d'inverno si misurò la loro altezza fino alla punta delle foglie; le tredici piante incrociate diedero una media di 0m,329, e le dodici autofecondate (una morì) di 0m,345; stava adunque la loro altezza in proporzione di 100 a 104, per cui le piante autofecondate sorpassarono un poco le incrociate.
      Nell'aprirsi di primavera, le pianticine si rafforzarono a poco a poco, e furono con cura trapiantate in piena terra; al fine d'agosto la maggior parte aveva formati dei bei cuori, ma molte si ripiegarono, per essere state esposte alla luce nella serra. Siccome era malagevole di prendere la loro altezza, ho scelto i più bei piedi dell'una e dell'altra serie, e dopo tagliati a rasa terra, li pesai. Il risultato della pesatura è dato dalla seguente Tabella (XXX).
      Le sei più belle piante incrociate pesarono in media chilogr. 3,352, mentre le sei più belle autofecondate pesarono solo in media chilogr. 0,734; in proporzione adunque di 100 a 22. Questa differenza mostra chiaramente l'enorme beneficio ch'ebbero queste piante dall'incrocio con un'altra pianta appartenente alla stessa sotto-varietà, ma d'una nuova branca, e vissute per le tre ultime generazioni, in diverse condizioni.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





Tabella XXIX Tabella