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      Essi produssero quindici capsule le quali (ad eccezione di due che ne contenevano da tre a sei) contenevano in media 47,23 semi, con un massimo di 70. Le capsule autofecondate delle piante autofecondate della prima generazione diedero la media, molto più piccola, di 35,95 semi; ma, siccome i soggetti vissero agglomeratissimi, nulla si può conchiudere riguardo alla differenza della loro fecondità. Le pianticine derivate dai semi suddetti costituiscono le piante della quarta generazione autofecondata (vedi la Tabella XLVII seguente).
      Dodici fiori delle stesse piante della terza generazione (Tabella XLVI) furono incrociati col polline di piante incrociate riportate sulla medesima Tabella. Questi soggetti incrociati avevano subito un inter-crociamento nelle tre precedenti generazioni, e molti di loro, senza dubbio, ebbero una parentela più o meno intima fra loro, ma tuttavia meno ravvicinate che in qualcheduna delle esperienze fatte sulle altre specie, perchè parecchie piante di garofano erano state ottenute ed incrociate nelle prime generazioni. - Esse non furono adunque imparentate alle piante autofecondate, che in grado lontanissimo. I genitori delle piante incrociate ed autofecondate, furono insieme sottoposti alle stesse condizioni, per quanto fu possibile, durante le tre anteriori generazioni. I dodici suddetti fiori diedero dieci capsule, contenenti in media 48,66 semi, col massimo di 72. Le piante ottenute da questi semi le chiameremo inter-crociate.
      Infine dodici fiori delle stesse piante autofecondate della terza generazione furono incrociate col polline delle piante derivate dai semi comperati a Londra.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





Tabella XLVII Tabella XLVI Tabella Londra