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      Io fecondai qualche fiore di una pianta che vegetava allo stato quasi naturale col polline di un'altra pianta vicina. I quattro baccelli che ne derivarono contenevano in media 9,2 semi. Ciò dipende senza dubbio dall'essere state coperte le piante e dall'averle sottratte alla debolezza che deriva dalla produzione d'un gran numero di baccelli, perchè avendone raccolti cinquanta in una pianta vicina, i cui fiori erano stati visitati dalle api, contenevano in media 7,14 piselli per ciascuno. Novantatre baccelli spontaneamente autofecondati in una larga aiuola ch'era stata coperta, ma sbattuta dal vento, racchiudevano in media 2,93 piselli. Dieci dei più belli di questi novantatre baccelli ebbero in media 4,30 semi; questo numero è metà di quello dei piselli contenuti nei quattro baccelli artificialmente incrociati. La proporzione di 7 a 14, a 2,93, cioè come 100 sta a 41, è probabilmente la più esatta per il numero dei piselli racchiusi in ciascun baccello proveniente da fiori naturalmente incrociati o spontaneamente autofecondati. Le sementi incrociate paragonate ad un numero uguale di sementi spontaneamente autofecondate, furono più pesanti nella proporzione di 100 a 88. Noi vediamo adunque che, oltre la loro opportunità meccanica per la fecondazione incrociata, i fiori sono molto più produttivi col polline di un'altra pianta che col proprio.
      Otto coppie dei suddetti semi incrociati ed autofecondati, avendo germogliato nella sabbia, furono collocati (1867) nei punti opposti di due gran vasi.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584