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      In questo vaso, quando le due maggiori incrociate ebbero l'altezza di 0m,162 e 0m,115 le due maggiori avversarie avevano soltanto 0m,100. Quando le due incrociate erano alte 0m,30 e 0m,25, le due autofecondate erano 0m,20. Queste ultime, come molte altre del gruppo stesso di questo vaso, non crebbero mai di più, mentre le incrociate arrivarono fino a 0m,61. Per la gran superiorità delle incrociate, le piante contenute in questo vaso, dell'una o dell'altra serie, furono esclusi dalle due antecedenti Tabelle.
      Trenta fiori di piante incrociate contenute nei vasi I e IV (Tabella LXXIX) furono nuovamente incrociati, e diedero sedici capsule. Trenta fiori di piante autofecondate degli stessi due vasi furono nuovamente autofecondati, e non produssero che sette capsule. Il contenuto di ciascuna capsula delle due serie fu collocato in due bicchieri separati e i semi dell'incrociata parevano, così ad occhio, il doppio degli altri.
      Per conoscere se la fecondità delle autofecondate era stata diminuita per la loro successiva autofecondazione durante le tre precedenti generazioni, trenta fiori di piante incrociate furono fecondati col loro proprio polline. Essi diedero solo cinque capsule, e il loro seme essendo stato collocato separatamente in bicchieri, non sembrava di più di quello delle piante autofecondate, direttamente fecondate per la quarta volta. Dunque, per quanto si può giudicare da così piccolo numero di capsule, l'autofecondità delle piante autofecondate non aveva diminuito, se la si paragona a quella delle piante ch'erano state inter-crociate nelle tre anteriori generazioni.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





Tabelle Tabella LXXIX