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      Le mie piante sono state comunemente ottenute da semi autofecondati, e le pianticelle sono state d'ordinario trattate in condizioni quasi uniformi, in vasi nella serra. Del resto, alcune di queste piante sono ora in istato di variazione, e di un cambiamento di carattere tali da diventare, in un grado più o meno elevato, isostilee, cioè feconde da se stesse. Dall'analogia che presenta la P. veris, si può appena dubitare che se una pianta di P. sinensis si fosse provveduta direttamente in Cina, e fosse poi stata incrociata con una varietà inglese, la discendenza avrebbe mostrata una notevole superiorità in altezza e fecondità (non forse come bellezza di fiori) sulle nostre piante ordinarie.
      La mia esperienza ha consistito nel fecondare parecchi fiori di piante sia a lungo sia a corto stilo col loro proprio polline, poi, altri fiori delle stesse piante col polline di piante distinte appartenenti alla stessa forma in modo che tutte coteste unioni furono illegittime. Non ci fu differenza sensibile ed uniforme nel numero dei semi ottenuti con questi due metodi di autofecondazione, l'uno e l'altro illegittimi. I due gruppi di semi provenienti dall'una e dall'altra forma furono seminati fitti nei punti opposti di quattro vasi, e ne derivarono molte pianticine. Non v'ebbe differenza nel loro sviluppo, se non in un vaso dove la discendenza dell'unione illegittima di due piante a lungo stilo superò notabilmente la discendenza dei fiori delle stesse piante fecondate col loro proprio polline.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





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