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      Riguardo all'altezza ed al peso, noi non abbiamo che eccezioni nei generi Eschscholtzia e Petunia; e quest'ultimo non costituisce proprio un caso eccezionale. Tali due specie non differivano punto dalle regole, in fecondità, perocchè le piante derivate da un incrocio con un nuovo ceppo, furono molto più fertili che quelle autofecondate. Tra le due serie di piante contenute nella Tabella, la differenza è ordinariamente maggiore in fecondità, che in peso ed altezza. Se noi prendiamo in massa i casi raccolti in questa Tabella, noi vediamo, che non si può dubitare che le piante approfittino immensamente, sebbene in modi diversi, dall'incrocio, sia con un nuovo ceppo, sia con una sottovarietà distinta. Non si può dire che l'effetto ottenuto sia da attribuirsi in tutto a ciò, che le piante di una nuova origine siano perfettamente sane, mentre quelle che furono per lungo tempo inter-incrociate od autofecondate, deperiscono. Infatti, nella più parte dei casi, non si notava alterazione alcuna, e noi vedremo, nella Tabella A, che le piante inter-crociate dello stesso ceppo, sono generalmente superiori in un certo grado alle autofecondate, sebbene i due gruppi siano stati mantenuti in identiche condizioni, e siano restate, in buona o cattiva salute, tali e e quali.
      Di più, noi vediamo alla Tabella C, che un incrocio fra piante, le quali, benchè conservate costantemente in condizioni analoghe, siano state autofecondate per più generazioni successive, non trasmette che un leggero beneficio alla discendenza, o non ne trasmette affatto.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





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