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      Alcuni fiori di tali pianticine furono allora incrociati col polline d'un piede distinto; altri ne furono autofecondati. Si ottennero così due nuovi gruppi, ed erano composti dai nipoti di piante che si erano moltiplicate per stoloni ed avevano formato una gran macchia nel mio giardino. Queste ultime differirono molto in altezza, stando le incrociate alle autofecondate in altezza, come 100 a 86. Differivano e in alto grado, come vigorìa organica. Le incrociate fiorirono prima e produssero doppia quantità di assi fiorali; più tardi si moltiplicarono tanto per stoloni che quasi soffocarono le autofecondate.
      Se noi esaminiamo questi cinque casi, noi vediamo che in quattro di loro gli effetti di un incrociamento tra fiori d'una stessa pianta (ed anche delle parti d'uno stesso individuo vivente per mezzo di radici separate, come nell'Origanum e nel Pelargonium) non differiscono da quelli risultanti da una pura autofecondazione. Come pure, in altri due casi, le autofecondate furono superiori alle inter-crociate. Nella Digitale, un incrocio tra fiori della stessa pianta ebbe certamente qualche buon risultato, ma leggerissimo, in confronto di quelli che derivano da un incrocio fra piante distinte. In conclusione, se noi non dimentichiamo che i nuovi germogli fiorali sono in qualche modo individui distinti, che variano a capriccio indipendentemente dagli altri, i risultati a cui siamo pervenuti concordano perfettamente colle nostre conclusioni generali, che i vantaggi di un incrocio dipendono da ciò, che le incrociate hanno in sè qualche differenza organica, proveniente sia da una lunga esistenza in diverse condizioni, sia da una variazione prodotta da cause ignote, e tale, che la nostra ignoranza non può chiamare altrimenti che spontanea.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





Origanum Pelargonium Digitale