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      L'argomento si divide in due parti distinte: 1o la produttività relativa o fecondità dei fiori incrociati col polline d'una pianta distinta e col loro proprio polline, fecondità ch'è dimostrata dal numero proporzionale delle capsule prodotte e dalla quantità dei semi ch'esse contengono; 2o il grado di fecondità naturale o di sterilità dalle pianticine ottenute da semi sia incrociati sia autofecondati, vegetanti nelle condizioni identiche, e nell'età stessa, dopo essere state fecondate nello stesso modo. Le due parti dell'argomento corrispondono alle divisioni che devono esser considerate da qualunque s'occupi di piante ibride, cioè, in primo luogo alla produttività comparativa d'una specie dopo essere stata fecondata col polline d'una specie distinta e col proprio suo polline; secondariamente alla fertilità della sua discendenza ibrida. Questi due casi non sempre coesistono; per esempio, alcune piante, come ha dimostrato Gärtner, possono essere facilissimamente incrociate, ma danno degli ibridi sterilissimi, mentre altre s'incrociano difficilissimamente, ma producono degli ibridi fecondi assai.
      L'ordine naturale da seguirsi in questo capitolo, dovrebbe essere di esaminar prima gli effetti dell'incrocio sulla fecondità delle piante generatrici, poi quelle dell'autofecondazione sulle stesse piante; ma noi ci siamo già occupati, negli ultimi precedenti capitoli, dell'altezza relativa, del peso e del vigore organico delle piante incrociate ed autofecondate (cioè ottenute da semi incrociati ed autofecondati), bisogna dunque esaminar ora la loro fecondità relativa.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





Gärtner