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      Gli esempi più rimarchevoli sono quelli nei quali le piante derivate da un incrocio con un nuovo ceppo sono confrontate a quelle appartenenti ad una delle ultime generazioni autofecondate. Esiste tuttavia, anche nella prima generazione, qualche caso notevole (come quello della Viola) datoci dalla proporzione fra le piante inter-crociate dello stesso ceppo e le autofecondate. I risultati che devono essere più degni di fiducia, sono quelli nei quali la produttività delle piante fu confermata, e per il numero di capsule prodotte da un egual numero di piante e per la media numerica dei semi di ciascuna capsula. Vi sono dodici casi simili nella Tabella, e la media della loro fecondità media è come 100 (per le incrociate) sta a 59 (per le autofecondate). Le Primulacee pare che fossero le prime a risentire nella loro fecondità gli effetti dell'autofecondazione.
      La piccola Tabella E seguente, contiene quattro casi che, in parte, furono già riportati nella Tabella D.
      Questi casi ci mostrano quanto sia superiore la fecondità delle pianticine appartenenti alle autofecondate od alle inter-crociate per più generazioni, poi incrociate con nuovo ceppo, paragonate a quelle delle pianticine nate da piante della vecchia origine inter-crociata o autofecondata per lo stesso numero di generazioni. I tre gruppi di piante, in ciascun caso, essendosi lasciati al libero accesso degli insetti, i fiori ne rimasero, senza dubbio, incrociati. Di più, questa Tabella ci mostra che nei quattro casi, le piante inter-crociate dello stesso ceppo, hanno ancora un vantaggio notabile sulle autofecondate.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





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