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      Siccome i due risultati quasi in tutto opposti (incrociamento ed autofecondazione) devono essere in pių casi raggiunti, noi possiamo intendere la coesistenza constatata di un sė gran numero di fiori, che, a prima vista, sembrano di una complicazione inutile e di opposta natura. Possiamo anche spiegare il grande contrasto che esiste nella struttura dei fiori cleistogeni, che sono adatti esclusivamente all'autofecondazione, e i fiori comuni della stessa pianta, che sono disposti ad approfittare, ad ogni menoma occasione, della fecondazione incrociata.(120) I primi sono sempre piccoli, affatto chiusi e muniti di petali pių o meno rudimentali a colori sbiaditi; essi non secernono nčttare; non sono odoriferi, hanno piccole antere; producono soltanto qualche grano di polline, ed hanno gli stigmi piccolissimi. Se noi ci ricordiamo che molti di questi fiori sono incrociati per l'azione del vento (Delpino li chiama anemofili) ed altri per quella degli insetti (entomofili), noi possiamo comprendere (come ho detto molti anni or sono) il grande contrasto apparente fra queste due classi di fiori. I fiori anemofili, che somigliano in parte ai cleistogeni, differiscono molto da questi nel non essere chiusi, nella grande quantitā di polline non coerente, che producono, e nel loro stigma, che č spesso pių sviluppato e peloso. Noi dobbiamo la bellezza e il colore dei nostri fiori, e il grande prodotto di nčttare, all'esistenza degli insetti.(121)
      Delle relazioni fra la struttura e la bellezza dei fiori; fra l'intervento degli insetti e i vantaggi della fecondazione incrociata.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





Delpino