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      Per scoprire se i viventi potevano sfuggire e trasportare il polline ad un'altra pianta, io chiusi per bene, nella primavera del 1842, una spata in un sacco di finissimo velo, e quando la visitai, dopo un'ora, vidi parecchie di quelle mosche arrampicate sulla superficie interna del velo. Colsi allora la spata, vi soffiai dentro e ne uscirono parecchie mosche; tutte erano coperte di polline dell'Arum. Questi insetti fuggirono tosto, e ne vidi tre volare sopra una pianta distante circa tre metri; si fermarono sulla faccia concava della spata e poi s'inoltrarono nella sua profondità. Apersi allora il fiore, e sebbene nessun'antera fosse in deiscenza, trovai nel fondo molti grani di polline, che devono esservi stati portati da un'altra pianta da una di queste mosche o da altri insetti. In un altro fiore formicolavano piccole mosche, e vidi che lasciavano polline sugli stigmi.
      Ignoro se i Lepidotteri frequentino generalmente i fiori d'una sola specie, ma una volta osservai piccole farfalle (Lampronia Calthella, credo) che divoravano visibilmente il polline della Mercurialis annua; ne avevano tutta la parte anteriore del loro corpo coperta di polline. Mi appressai allora ad una pianta femmina un metro distante, e vidi in dieci minuti volare sullo stigma tre di queste farfalle. I Lepidotteri visitano spesso i fiori d'una sola specie per la ragione, forse, che alcuni di questi fiori hanno il nettario lungo e stretto, e gli altri insetti non potrebbero entrarvi a raccogliere il nèttare, che è riservato solo a quelli che hanno una tromba allungata.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





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