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      La stessa conclusione si confà forse alle numerose piante esotiche, che nel loro paese d'origine non sono mai o quasi mai incrociate. Ma tutte queste piante, per quanto da lontano si siano fatte esperienze, traggono sempre profitto da un incrocio con un nuovo ceppo. Alcune piante, come l'Ophrys apifera, sono state certamente propagate allo stato naturale per migliaia di generazioni senza aver subito un solo inter-crociamento, e noi non sappiamo se esse approfitterebbero di un incrocio con un nuovo ceppo. Tali casi del resto non possono far dubitare del vantaggio dell'incrociamento, come regola generale; nè l'esistenza di piante, che, allo stato naturale, si riproducono esclusivamente per rizomi, stoloni, ecc.(184) (non producendo i loro fiori semi), può indurci a dubitare che la generazione col mezzo di semi non porti qualche beneficio, essendo il metodo di propagazione più comune in natura. Che alcune specie si siano riprodotte asessualmente fin da un'epoca remotissima, noi non possiamo affermarlo. Il solo mezzo col quale noi possiamo formarci un giudizio in proposito, è la persistenza delle varietà nei nostri alberi fruttiferi, che da molti anni vengono propagati per innesto e per barbatelle. Andrew Knight sostenne un tempo che in tali condizioni le piante si indeboliscono sempre, ma venne energicamente contraddetto da altri osservatori. Un recente giudice competente, il prof. Asa Gray,(185) ha adottato l'opinione di Knight, la quale mi sembra la più probabile, dopo tutte le prove che ho potuto raccogliere, ad onta dei numerosi fatti che la contraddicono.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





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