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      Nella pianta d'un organismo più perfetto, la fecondità dipende in primo luogo dall'azione reciproca fra i granelli di polline, il tessuto stigmatico e la sua secrezione, dopo dalla reazione tra le materie contenute nei granelli di polline e nell'ovario. Queste due azioni, se noi ne giudichiamo dall'aumento di fecondità nelle piante generatrici, e dall'accrescere della potenza vegetativa nella discendenza, sono favorite da certi gradi di differenza negli elementi che reagiscono a vicenda e s'uniscono in modo da formare un nuovo tutto. Abbiamo in ciò qualche analogia coll'affinità o attrazione chimica che non si esercita che fra atomi o molecole di natura diversa, come osserva il prof. Müller: "In tesi generale, maggiore è la differenza fra le proprietà di due corpi, e più notevole è la loro tendenza verso una mutua azione chimica... Ma fra i corpi dello stesso carattere la tendenza alla combinazione è leggera".(195)
      Tale ultima proposizione ben s'accorda colla diminuzione degli effetti del polline proprio d'una pianta sulla pianta madre, e sullo sviluppo della discendenza; la prima è in armonia colla potente influenza duplice o del polline d'un individuo ch'è stato per l'esposizione soggetto a modificazioni di condizioni vitali, o di ciò che noi chiamiamo variazione spontanea. Ma l'analogia manca quando noi veniamo agli effetti negativi o deboli del polline d'una specie sopra una specie distinta; perchè, sebbene alcune sostanze molto differenti, come il carbonio e il cloro, abbiano una leggerissima affinità reciproca, tuttavia è impossibile il dire che ciò dipenda dal grado di differenza che esiste fra loro.


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Gli effetti della fecondazione incrociata
di Charles Darwin
Utet
1878 pagine 584

   





Müller