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      Per quanto si potè vedere, in nessuno di questi casi i lombrici inghiottirono la terra. Generalmente si affondarono nel terreno strisciando lungo le pareti del vaso.
      Venne riempito un vaso di sabbia ferruginosa finissima, che fu premuta, adacquata, e così resa sommamente compatta. Un grosso lombrico messo sulla superfice di quel terreno non riuscì ad affondarvisi dentro per varie ore, e non vi si seppellì se non dopo venticinque ore e quaranta minuti. Esso riuscì nell'intento trangugiando la sabbia, come si vedeva dalla grande quantità rigettata dall'apertura, molto prima che il corpo intero fosse scomparso. Questa sorta di rigetti continuarono ad essere emessi dall'apertura durante tutto il giorno seguente.
      Siccome certi autori hanno mostrato qualche dubbio sul fatto che i lombrici inghiottiscano la terra soltanto per scavarsi le proprie buche, così citerò alcuni altri casi. Venne lasciato un mucchio di fina sabbia rossa dello spessore di 23 pollici sul terreno per quasi due anni, e questa venne penetrata in molti punti dai lombrici; i loro rigetti si componevano in parte di sabbia rossiccia e in parte di terra nera attinta di sotto alla sabbia. Quella sabbia era stata scavata ad una notevole profondità, ed era di natura così povera che nessun'erba poteva crescervi sopra. È quindi molto improbabile che fosse stata ingoiata dai lombrici per servire di cibo. Parimente in un campo vicino alla mia casa i rigetti si componevano frequentemente di creta quasi pura, che si trova a poca profondità sotto alla superfice; e qui pure è molto improbabile che la creta sia stata inghiottita per quella poca sostanza organica che poteva esservi scolata dentro dal magro pascolo soprastante.


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La formazione della terra vegetale per l'azione dei lombrici con osservazioni intorno ai loro costumi
di Charles Darwin
Utet
1882 pagine 231