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      Mi ricordo che dubitavo molto di vivere tanto da vedere quei grossi ciottoli coperti dalla terra vegetale e dall'erbetta. Ma i ciottoli più piccoli cominciarono a scomparire prima che fossero trascorsi, molti anni, come pure i più grossi dopo un certo tempo; cosicchè dopo trent'anni (1871) un cavallo avrebbe potuto andare di galoppo sopra all'erbetta compatta da un capo all'altro del campo, senza battere un solo sasso col zoccolo. A chiunque si ricordava l'aspetto di quel campo nel 1842 la trasformazione doveva parere meravigliosa. Ciò era certamente l'opera dei lombrici, perchè, sebbene i rigetti non fossero frequenti per parecchi anni, tuttavia alcuni erano portati sopra di mese in mese, e questi gradatamente crebbero in numero a misura che il pascolo diveniva migliore. Nel 1871 fu scavato un fosso sul suddetto pendio, e si tagliò l'erba rasente alle radici, per poter misurare esattamente lo spessore delle zolle erbose e della terra vegetale. Le zolle erbose erano un tantino meno di 12 millimetri, e la terra vegetale, che non conteneva più sassi, era spessa cent. 5,12. Sotto a questo era uno strato di terra cretacea grossolana piena di selci, come quella di qualunque campo arato vicino. Questa terra grossolana si staccava facilmente dalla terra vegetale sovrastante quando se ne tirava su un pezzo. Il rapporto medio dello accumularsi della terra vegetale durante tutti i trent'anni fu soltanto di millimetri 2,075 all'anno (vale a dire, quasi cent. 2 e mezzo in dodici anni); ma il rapporto deve essere stato molto più lento dapprima, ed essere aumentato molto in seguito.


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La formazione della terra vegetale per l'azione dei lombrici con osservazioni intorno ai loro costumi
di Charles Darwin
Utet
1882 pagine 231