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      Molte volte un uomo, od anche un ragazzo, che non si erano mai esposti a perdere la vita per altri, ma nei quali erano bene sviluppati il coraggio e la simpatia, si sono slanciati, contro l’istinto della propria conservazione, di colpo in un torrente, per salvare un loro simile prossimo a perire annegato. In questo caso l’uomo è spinto dallo stesso istintivo movente che fece sì che quella eroica scimmietta americana, di cui abbiamo parlato sopra, aggredisse il temuto babbuino per salvare il suo custode. Azioni come quelle da noi menzionate sembrano essere il semplice effetto della maggior potenza degli istinti sociali e materno sopra qualunque altro istinto o movente; perchè vengono compiute troppo istantaneamente per essere opera della riflessione, o della sensazione di piacere o di pena; sebbene, qualora non fossero state compiute, sarebbero causa di dolore.
      So benissimo che alcuni affermano che quelle azioni che si compiono per impulso, come nei casi sopra menzionati, non cadono sotto il dominio del senso morale, e non si possono dire morali. Essi limitano questo nome alle azioni fatte deliberatamente dopo una vittoria sopra opposti desideri, o alle azioni suggerite da qualche movente elevato. Ma sembra difficilissimo segnare una linea ben distinta in questo genere, sebbene possa la distinzione esser vera. Per ciò che riguarda i moventi elevati, si sono riferiti esempi di barbari, privi di qualunque sentimento di amore per l’umanità, e non diretti da nessun movente religioso, i quali, prigionieri, hanno deliberatamente sacrificata la propria vita anzichè tradire i loro compagni; e certo la loro condotta deve essere considerata come morale.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830