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      Ciò segue anche in noi. Un uomo che fosse privo di cosiffatti sentimenti sarebbe un mostro snaturato. Inoltre, il desiderio di saziare la fame o qualche altra passione, come sarebbe la vendetta, è per sua natura temporaneo, e per un certo tempo può essere al tutto soddisfatto. E non è neppure cosa agevole, per non dire impossibile, svegliare in sè un sentimento vivace, come sarebbe quello della fame; e invero nemmeno, come è stato spesso notato, di nessun’altra sofferenza. L’istinto della propria conservazione non si prova che in faccia al pericolo; e più di un codardo si è creduto pieno di coraggio finchè non si è trovato al cospetto dell’inimico. Il desiderio di possedere la roba d’altri è forse uno fra i desiderî più persistenti che si possono menzionare; ma anche in questo caso la soddisfazione della possessione attuale è in generale un sentimento più debole che non il desiderio; molti ladri, quando non siano già rotti al mestiere, dopo il successo, si meravigliano e non sanno darsi ragione dell’aver rubato quell’oggetto.
      Così, mentre l’uomo non può impedire che le antiche impressioni gli attraversino di continuo la mente, sarà spinto a comparare le impressioni affievolite, per esempio, della fame passata, o della vendetta soddisfatta, o del pericolo sfuggito alle spese di altri uomini, coll’istinto della simpatia e della benevolenza pel suo simile, che è sempre presente e sempre, fino a un certo punto, attivo nella sua mente. Allora egli sentirà nella sua immaginazione che un istinto più forte ha ceduto ad un altro che sembra ora comparativamente debole; e quindi proverà inevitabilmente quel senso di scontento di cui l’uomo è fornito, come ogni altro animale, acciò possa essere obbedito ogni suo istinto.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830