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      Questa maggior cortezza delle braccia deriva apparentemente dal maggior esercizio di esse, ed è un effetto impreveduto; ma i marinai adoperarono principalmente le braccia per spingere e non per portar pesi. La circonferenza del collo e l’altezza del collo del piede sono maggiori, mentre la circonferenza del petto, della cintura, e delle anche è minore nei marinai che non nei soldati.
      Non sappiamo se le varie modificazioni sopraindicate diverrebbero ereditarie qualora lo stesso genere di vita fosse continuato per molte generazioni, ma ciò è probabile. Rengger attribuisce la sottigliezza delle gambe e la grossezza delle braccia degli Indiani Payaguas a ciò che successive generazioni hanno passato tutta la loro vita entro barche, tenendo quasi immobili le estremità inferiori. Altri scrittori sono venuti alla stessa conclusione in altri casi analoghi. Secondo Cranz, che ha vissuto molto presso gli Esquimali, "gli indigeni credono che l’ingegno e la destrezza necessari per impadronirsi delle foche (loro più grande arte e valore) siano ereditari; in ciò havvi realmente alcunchè di vero, perchè il figlio di un celebre pescatore di foche era divenuto abilissimo, sebbene avesse perduto il padre mentre era ancora bambino". Ma in questo caso sembra essere l’attitudine mentale, tanto quanto la struttura corporale, quella che viene ereditata. Si asserisce che i contadini inglesi hanno, nascendo, le mani più grosse di quelle dei signori. Per la relazione che esiste, almeno in alcuni casi, fra lo sviluppo delle estremità e quello delle mascelle, è passibile che in quelle classi che non lavorano molto colle mani nè coi piedi la mole delle mascelle sia minore per questo motivo.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





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