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      È certo che in generale sono più piccole negli uomini più raffinati e civili che non negli uomini rotti al lavoro o selvaggi. Ma per ciò che riguarda i selvaggi, come ha fatto notare il signor Erberto Spencer, il maggior esercizio delle mascelle nel masticare cibo grossolano e crudo dovrebbe operare in modo diretto sui muscoli masticatori e sulle ossa alle quali essi s’inseriscono. Nei bambini prima di nascere la pelle della pianta del piede è più spessa che non in qualunque altra parte del corpo; e non si può dubitare che ciò non derivi dagli effetti ereditati della pressione per una lunga serie di generazioni.
      È cosa familiare a tutti il fatto che gli orologiai e gli incisori sono soggetti ad aver la vista corta, mentre gli uomini che vivono molto all’aperto, e specialmente i selvaggi, sono in generale forniti di acutissima vista. Certamente la vista corta e la vista lunga tendono ad ereditarsi. L’inferiorità degli europei, in confronto dei selvaggi, nella vista ed in altri sensi, è senza dubbio l’effetto del minore esercizio accumulato e trasmesso per lo spazio di molte generazioni; perchè Rengger asserisce di aver ripetutamente osservato alcuni europei che erano cresciuti ed avevano passata tutta la loro vita fra gli indiani selvaggi, essere nondimeno inferiori a questi nella finezza dei sensi. Osserva lo stesso naturalista che quelle cavità nel cranio le quali accolgono parecchi organi dei sensi sono più larghe negl’indigeni d’America che non negli europei: e senza dubbio questo indica una corrispondente differenza nelle dimensioni degli organi stessi.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





Erberto Spencer Rengger America