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      L’uomo non avrebbe mai potuto acquistare la sua attuale posizione di dominatore del mondo senza l’uso delle sue mani che sono così meravigliosamente acconce ad operare obbedendo alla sua volontà. Come asserisce con insistenza sir C. Bell, "la mano supplisce tutti gli strumenti, e colla sua corrispondenza, coll’intelletto gli dà il dominio universale". Ma le mani e le braccia non possono guari essere divenute tanto perfette da costrurre armi, o da scagliare sassi e giavellotti ad una data mira, finchè furono adoperate abitualmente per uso di locomozione e per sopportare tutto il peso del corpo, o finchè erano specialmente acconce, come abbiamo osservato prima, all’arrampicarsi sugli alberi. Un modo di vivere così rozzo avrebbe anche spento il senso del tatto, dal quale dipende principalmente il loro uso delicato. Per queste sole ragioni doveva essere un vantaggio per l’uomo divenire bipede; ma per molte azioni è quasi necessario che le braccia e tutta la parte superiore del corpo siano liberi; e perciò egli deve star ritto sui piedi. Ad ottenere questo grande vantaggio, i piedi sono divenuti piatti, e il dito pollice si è particolarmente modificato, sebbene ciò abbia avuto per conseguenza la perdita della facoltà di preensione. Ciò concorda col principio della divisione del lavoro fisiologico, prevalente in tutto il regno animale, che mentre le mani divengono perfette per la presa, i piedi si perfezionano e divengono più acconci per sostenere il corpo e per camminare. Tuttavia, in certi selvaggi il piede non ha al tutto perduto la facoltà di preensione, come dimostrano il modo in cui si arrampicano sugli alberi e lo adoperano in altri vari usi.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





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