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      In alcune specie di babbuini ve ne sono venticinque, mentre nel mandrillo vi sono dieci piccolissime vertebre caudali, molto ridotte, o, secondo Cuvier, talvolta solo cinque. Questa grande diversità nella lunghezza e nella struttura della coda in animali che appartengono agli stessi generi, ed hanno quasi lo stesso modo di vivere, fa pensare che probabilmente la coda non è per essi di molta importanza; e se ciò è, potevamo aspettarci che sarebbe divenuta talora più o meno rudimentale, concordemente a ciò che vediamo di continuo in altre strutture. La coda quasi sempre termina in punta all’apice, sia essa lunga o corta; e, secondo me, questo dipende dalla atrofia che, pel difetto di esercizio, segue nei muscoli terminali e nelle loro arterie e nei nervi, che producono poi l’atrofia delle ossa terminali. Per ciò che riguarda l’osso coccige, che nell’uomo e nelle scimmie più elevate evidentemente è fatto dei pochi e appuntati segmenti basali di una coda ordinaria, ho inteso domandare come abbiano potuto quelle ossa al tutto incastrarsi nel corpo; ma in ciò non v’ha alcuna difficoltà, perchè in molte scimmie i segmenti basali della vera coda sono per tal modo incorporati. Per esempio, il signor Murie mi ha informato che nello scheletro di un Macacus inornatus non pienamente adulto egli ha contato da nove a dieci vertebre caudali, che tutte insieme erano lunghe solo 1,8 pollice (26 mill.)15. Di queste, le tre che formavano la base, sembravano essere state solamente incorporate; il resto formava la parte libera della coda, che era lunga soltanto un pollice (25 mill.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





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