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      Quando noi compariamo l’uomo inerme colle scimmie, molte delle quali son provvedute di formidabili denti canini, dobbiamo ricordarci che i soli maschi li posseggono così pienamente sviluppati, e vengono principalmente adoperati da essi per battersi coi rivali; tuttavia le femmine che non ne sono fornite possono campare.
      Per ciò che riguarda la mole o la forza corporea, non sappiamo se l’uomo discenda da qualche specie comparativamente piccola, come lo scimpanzè, o da una vigorosa come il gorilla; e perciò non possiamo dire se l’uomo sia divenuto più grande e più forte, o più piccolo e più debole in confronto dei suoi progenitori. Dobbiamo tuttavia tener presente alla mente che un animale dotato di grande mole, forza e ferocia, e che, come il gorilla, avesse potuto difendersi da tutti i suoi nemici, probabilmente, se non necessariamente, non sarebbe divenuto socievole; e questo sarebbe stato un grande impedimento per l’acquisto per parte dell’uomo delle sue più elevate qualità mentali, come la simpatia e l’amore dei suoi simili. Quindi potrebbe essere stato un immenso vantaggio per l’uomo l’avere origine da qualche essere comparativamente debole.
      La scarsa forza corporale dell’uomo, la sua poca speditezza, la mancanza in lui di armi naturali, ecc., sono più che compensate, primo dalle sue potenze intellettuali, mercè le quali, mentre ancora si trovava in istato di barbarie, egli si fabbricava armi, utensili, ecc., secondo, dalle sue qualità socievoli che lo hanno indotto a prestare aiuto ai suoi simili ed a riceverne il ricambio.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830