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      Ora, se consideriamo i gravi argomenti addotti per elevare le razze umane alla dignità di specie, e le difficoltà insuperabili dall’altro lato per definirle, il vocabolo sotto-specie può qui essere adoperato molto propriamente. Ma per la lunga abitudine il vocabolo razza sarà forse sempre adoperato. La scelta dei vocaboli è importante per ciò solo che sarebbe grandemente da desiderare che si facesse uso, per quanto fosse possibile, degli stessi termini per ogni grado di differenza. Per disgrazia ciò è raramente possibile; perchè dentro la stessa famiglia i generi più grandi comprendono consuetamente forme intimamente affini, che non si possono distinguere se non con grande difficoltà, mentre i generi più piccoli comprendono forme che sono perfettamente distinte; ciononostante debbono essere tutte classificate come specie. Parimente le specie di un solo grande genere non si rassomigliano fra loro per nulla nello stesso grado; al contrario, in molti casi alcune di esse possono essere disposte in piccoli scompartimenti intorno ad altra specie, come i satelliti intorno ai pianeti.
      La questione se il genere umano si componga di una o di parecchie specie è stata in questi ultimi anni molto discussa dagli antropologi, i quali si dividono in due scuole, monogenisti e poligenisti. Coloro i quali non ammettono il principio della evoluzione, debbono considerare le specie o come creazioni separate, o in certo modo come entità distinte; e debbono decidere quali forme abbiano da classificare come specie per la loro analogia con altri esseri organici, che vengono comunemente così ricevuti.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830