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      Un grande anatomico, Gratiolet, afferma che le scimmie antropomorfe non formano un sotto-gruppo naturale; ma che l’urango è un ilobate od un semnopiteco molto sviluppato; lo scimpanzè un macaco grandemente sviluppato; ed il gorilla un mandrillo pure grandemente sviluppato. Se questa conclusione, che si appoggia quasi esclusivamente sui caratteri del cervello, fosse ammessa, avremmo un caso di convergenza almeno nei caratteri esterni, perchè le scimmie antropomorfe si rassomigliano certamente in molti punti fra loro più di quello che rassomiglino alle altre scimmie. Tutte le rassomiglianze analogiche, come quella di una balena con un pesce, possono invero venir dette casi di convergenza; ma questo vocabolo non è mai stato applicato a rassomiglianze superficiali e di adattamento. Sarebbe in moltissimi casi sommamente temerario attribuire alla convergenza la stretta similarità in molti punti di struttura in esseri che un tempo sono stati grandemente diversi. La forma di un cristallo è determinata puramente dalle forze molecolari, e non v’ha da far le meraviglie che certe sostanze dissimili assumano talora la stessa forma; ma per ciò che riguarda gli esseri organici dovremmo tenere a mente che la forma di ognuno dipende da una infinità di relazioni complesse, cioè dalle variazioni che sono dovute a cause troppo intricate per potersi indagare - dalla natura delle variazioni che si sono conservate, e queste dipendono dalle condizioni fisiche circostanti, ed in un grado ancor più elevato dagli organismi circostanti coi quali ognuno è venuto in lotta, - ed infine dall’eredità (la quale è in se stessa un elemento mobile) di innumerevoli progenitori, i quali tutti hanno avuto le loro forme determinate per via di relazioni parimente complesse.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





Gratiolet