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      Quantunque la graduata diminuzione e la finale distruzione delle razze umane sia un problema oscuro, possiamo tuttavia vedere che dipende da molte cause, che differiscono nei vari luoghi e nei vari tempi. È lo stesso difficilissimo problema della estinzione di uno degli animali più elevati - del cavallo fossile, per esempio, che scomparve dall’America meridionale subito dopo che fu sostituito nelle stesse regioni dagli innumerevoli branchi di cavalli spagnuoli. Il Nuovo Zelandese sembra essere conscio di questo parallelismo, perchè compara la sua sorte futura con quella del topo indigeno, che è quasi distrutto dal topo europeo. La difficoltà, per quanto paia grande alla nostra immaginazione, ed è realmente grande se vogliamo riconoscere le cause precise, non deve essere tale per la nostra ragione, finchè terremo fisso nella mente il fatto che l’aumento di ogni specie e di ogni razza è sempre frenato da vari ostacoli; per cui se qualche nuova causa di arresto, o di distruzione, sia pure essa lievissima, viene ad aggiungersi agli altri, la razza scemerà certamente in numero; e siccome è stato osservato ovunque che i selvaggi sono molto restii ad ogni mutamento di abitudine, mercè i quali si potrebbero controbilanciare gli ostacoli dannosi, il diminuire del numero condurrà presto o tardi alla estinzione; in molti casi questa fine viene prontamente determinata dalle incursioni delle tribù in aumento e conquistatrici.
      Della formazione delle razze umane. - Si può premettere che quando troviamo la stessa razza, sebbene divisa in tribù lontane, disposte sopra una grande area, come l’America, possiamo attribuire la loro generale rassomiglianza all’esser derivate tutte da uno stipite comune.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





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