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      Quindi negli animali allo stato di natura, onde giudicare delle proporzioni dei sessi in stato adulto, dobbiamo rimetterci ad una semplice stima; e questa, tranne forse quando la disuguaglianza è fortemente spiccata, merita poca fede. Nondimeno, per quanto si possa formare un giudizio, possiamo conchiudere dai fatti dati nel supplemento che i maschi di alcuni pochi mammiferi, di molti uccelli, e di alcuni pesci ed insetti eccedono notevolmente in numero le femmine.
      La proporzione fra i sessi variava leggermente durante gli anni susseguenti: così nei cavalli da corsa per ogni cento femmine che nascevano, i maschi variavano da 107,1 in un anno a 92,6 in un altro anno, e nei veltri da 116,3 a 95,3. Ma se si facesse questa statistica sopra un’area molto più vasta che non l’Inghilterra, queste variazioni forse scomparirebbero; e tali come sono non basterebbero guari a lasciar riconoscere nello stato di natura l’azione effettiva della scelta sessuale. Nondimeno nel caso di alcuni pochi animali selvatici sembra che le proporzioni, come vien dimostrato nel supplemento, oscillino sia durante le differenti stagioni o nelle differenti località in un grado sufficiente da produrre una cosiffatta azione. Perchè si potrebbe osservare che qualche vantaggio acquistato durante certi anni o in certe località da quei maschi che poterono vincere altri maschi, o avevano per le femmine maggiori attrattive, si sarebbe probabilmente trasmesso alla prole e non sarebbe stato susseguentemente eliminato.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





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