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      Il sig. Herbert Spencer ha dimostrato in una dotta discussione che in tutti gli organismi esiste una proporzione fra ciò che egli chiama individuazione e genesi; quindi ne viene che esseri i quali consumano molta materia o forza nel loro accrescimento, nella complicata struttura o nell’attività, e che producono uova ed embrioni di grande volume, o che spendono molta energia nel nutrire i loro piccoli, non possono essere tanto produttivi quanto altri di opposta natura. Il sig. Spencer dimostra inoltre che certe minori differenze di fecondità saranno regolate dalla scelta naturale. Così la fecondità di ogni specie tenderà ad aumentare dal fatto che le coppie più feconde produrranno maggior quantità di prole, e questa pel solo suo numero avrà una più grande probabilità di sopravvivere, e trasmetterà la sua tendenza ad una sempre più grande fecondità. L’unico ostacolo ad un continuo aumento di fecondità in ogni organismo sembra essere o il consumo di maggior forza e i maggiori pericoli cui vanno incontro i genitori che producono una figliuolanza più numerosa, o il fatto di moltissime ova o di moltissimi piccoli che nascono di minor mole o meno robusti, e in conseguenza non tanto bene nutriti. Mettere in giusto bilancio in ogni caso gli svantaggi che derivano dalla produzione di una numerosa progenie ed i vantaggi (come lo sfuggire di qualche individuo almeno a vari pericoli), oltrepassa al tutto la nostra potenza di giudicare.
      Quando un organismo è stato reso sommamente fecondo, non è tanto chiaro il modo in cui la sua fecondità può esser ridotta mercè la scelta naturale, quanto quello per cui questa facoltà venne primieramente acquistata.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





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