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      Si potrebbe anche dar colpa agli istinti viziati delle unioni ibride sopra menzionate; ma in molti di questi casi gli uccelli potevano vivere liberamente sopra grandi stagni, e non vi è ragione per supporre che fossero oltre natura stimolati da cibo sostanzioso.
      Rispetto agli uccelli allo stato di natura, la prima e più ovvia opposizione che verrà in mente ad ognuno è che la femmina nella stagione acconcia accetta il primo maschio che possa incontrare; ma ha almeno l’opportunità di fare una scelta, siccome è quasi invariabilmente corteggiata da molti maschi. Audubon - e dobbiamo ricordare che egli passò una lunga vita vagando nelle foreste degli Stati Uniti osservando gli uccelli - non pone in dubbio che la femmina si sceglie deliberatamente il suo compagno; così, parlando di un picchio, dice che la femmina è seguita da una mezza dozzina di allegri adoratori, che continuano a fare strani giuochi "affinchè essa mostri una spiccata preferenza per uno di essi". La femmina dello storno dalle ali rosse (Agelaeus phoeniceus) è pure inseguita da parecchi maschi, "finchè stanca, si posa, riceve i loro corteggiamenti, e in breve fa la sua scelta". Egli descrive pure come parecchi succiacapre maschi si immergono nell’aria con meravigliosa velocità, volgendosi repentinamente, e facendo così un particolare rumore; "ma appena la femmina ha fatto la sua scelta, gli altri maschi sono scacciati". In un avoltoio (Cathartes aura) degli Stati Uniti, branchi di otto o dieci o più maschi e femmine si riuniscono sopra travi cadute, "mostrando il più gran desiderio di piacersi a vicenda", e dopo molte carezze, ogni maschio conduce via la sua compagna volando.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





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