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      In varie specie molti individui dei due sessi si riuniscono nel medesimo luogo, ed il loro corteggiamento è una faccenda lunga. Vi è anche ragione per credere che i maschi e le femmine di una medesima regione non sempre riescano a piacersi a vicenda e ad accoppiarsi.
      Che cosa dobbiamo dunque conchiudere da questi fatti e da queste considerazioni? Il maschio fa egli pompa delle sue attrattive con tanto sfarzo e rivalità senza uno scopo? Non abbiamo noi buono in mano per credere che la femmina opera una scelta, e che riceve gli amoreggiamenti del maschio che le è più simpatico? Non è probabile che deliberi consapevolmente; ma è molto più eccitata ed attirata dal maschio più bello, o più melodioso, o più valoroso. Neppure dobbiamo noi supporre che la femmina studia ogni striscia od ogni macchia colorita; che, per esempio, la pavonessa ammiri ogni particolare dello splendido strascico del pavone; è probabile che l’effetto generale solo la colpisca. Tuttavia dopo aver udito con quanta cura il fagiano Argo maschio spiega le sue eleganti copritrici primarie delle ali e rialza le piume ocellate in posizione eretta onde farle meglio risaltare, oppure come il cardellino maschio spiega alternativamente le sue ali spruzzate d’oro, non dobbiamo crederci sicuri che la femmina non badi ad ogni particolare della bellezza. Noi possiamo giudicare, siccome ho già osservato, della scelta che vien fatta, soltanto dalla analogia delle nostre proprie menti; e le forze mentali degli uccelli se si esclude il ragionamento, non differiscono fondamentalmente dalle nostre.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





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