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      I rinoceronti, come avverte lo stesso osservatore, si parano a vicenda i colpi colle loro corna, che si urtano rumorosamente fra loro, come segue per le zanne dei cinghiali. Quantunque i cinghiali selvatici combattano disperatamente fra loro, di rado, secondo Brehm, ricevono colpi fatali, perchè questi ricadono sempre sulle zanne di entrambi, o sullo strato di pelle dura che loro copre la spalla, che i cacciatori tedeschi chiamano scudo; e qui abbiamo una parte specialmente modificata per la difesa. Nei Cinghiali di prima gioventù le zanne della mascella inferiore sono adoperate per combattere, ma invecchiando divengono, come afferma Brehm, tanto ricurve all’indentro ed all’insù, sopra il grugno, che non possono più essere adoperate a quello scopo. Tuttavia possono ancora continuare a servire, ed anche in un modo più efficace, come mezzi di difesa. In compenso della perdita delle zanne inferiori come armi offensive, quelle della mascella superiore, che sporgono sempre, un po’ lateralmente, crescono tanto in lunghezza durante l’età adulta, e s’incurvano tanto all’insù, che possono venire adoperate come mezzi di aggressione. Nondimeno un vecchio cinghiale non è tanto pericoloso per l’uomo quanto un cinghiale in età di sei o sette anni.
      Nel maschio adulto del babirussa delle Celebi, le zanne inferiori sono armi formidabili, come quelle del cinghiale europeo giovane, mentre le zanne superiori sono tanto lunghe ed hanno le loro punte così incurvate all’indentro, e talvolta anche toccanti la fronte, che come armi offensive sono al tutto inutili.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





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