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      In alcuni, e forse in molti casi, le differenze possono essere l’effetto di variazioni limitate ad un sesso e trasmesse al medesimo sesso senza che nessun utile ne sia stato in tal modo ottenuto, e perciò senza l’aiuto della scelta. Abbiamo esempi di questa sorta nei nostri animali addomesticati, come nei maschi di certi gatti che sono color ruggine mentre le femmine sono color tartaruga. Casi analoghi seguono allo stato di natura; il signor Bartlett ha veduto molte varietà nere del giaguaro, del leopardo, della falangista volpina e del vombato, ed egli è sicuro che tutti, o quasi tutti, erano maschi. D’altra parte, i due sessi dei lupi, delle volpi, e da quanto pare, degli scoiattoli d’America, nascono occasionalmente neri. Quindi è al tutto probabile che in alcuni mammiferi il color nero dei maschi, specialmente quando questo colore è congenito, può semplicemente risultare, senza l’aiuto della scelta, dall’essere seguite una o più variazioni, che dapprima erano sessualmente limitate nella loro trasmissione. Nondimeno non si può guari ammettere che i colori svariati, vivaci e contrastati di certi quadrupedi per esempio delle scimmie e delle antilopi sopra menzionate, possano essere attribuiti a quelle. Dobbiamo tenere a mente che quei colori non appaiono nel maschio quando nasce, come è il caso nella maggior parte delle variazioni ordinarie, ma solo quando è adulto o quasi adulto; e che al contrario delle variazioni ordinarie, se il maschio viene castrato, esse non compaiono mai o scompaiono in seguito.


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L'origine dell'uomo e la scelta in rapporto col sesso
di Charles Darwin
A. Barion
1926 pagine 830

   





Bartlett America