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      Tutte le precedenti considerazioni sugli abitanti delle isole oceaniche, vale a dire la scarsezza delle specie, - la ricchezza delle forme endemiche in particolari classi o sezioni di classi, - la mancanza di interi gruppi, come di quello dei batraci e dei mammiferi terrestri, non ostante la presenza dei pipistrelli, - le proporzioni singolari di certi ordini di piante, - lo sviluppo delle forme erbacee in alberi, ecc.,- mi sembra che concordino meglio coll'idea dei mezzi occasionali di trasporto, i quali ebbero una grande influenza nel lungo corso dei tempi, di quello che coll'opinione che tutte le isole oceaniche siano state anticamente unite per mezzo di terre continue col continente più vicino; perchè in questa seconda ipotesi la migrazione probabilmente sarebbe stata assai più completa; e se si ammettano le modificazioni, tutte le forme viventi sarebbero state più equabilmente modificate, in tal caso, in ragione della importanza superiore delle relazioni fra organismo ed organismo.
      Non nego che esistano ancora molte e gravi difficoltà per dimostrare in che modo diversi abitanti delle isole più remote possano essere giunti nelle loro attuali dimore, sia conservando ancora la stessa forma specifica, sia modificandosi dopo il loro arrivo. Ma non deve trascurarsi la probabilità dell'antica esistenza di molte isole come luoghi di stazione, delle quali non rimane oggi alcun avanzo. Darò qui un solo esempio di questi casi difficili. Quasi tutte le isole oceaniche, anche le più isolate e le più piccole, contengono dei molluschi terrestri che generalmente appartengono a specie endemiche, ma talvolta anche a specie che trovansi altrove.


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Sulla origine delle specie per elezione naturale
ovvero conservazione delle razze perfezionate nella lotta per l'esistenza
di Charles Darwin
Edizione Barion
1933 pagine 769