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      Il numero degli oggetti che si conservano nei nostri musei è assolutamente un nulla in confronto delle innumerevoli generazioni di specie innumerevoli, che senza dubbio esistettero. La madre-forma di due o più specie non sarebbe in tutti i suoi caratteri direttamente intermedia fra i vari suoi discendenti modificati, più di quello che lo sia il colombo gozzuto ed il colombo pavone. Noi non saremmo capaci di riconoscere una specie come lo stipite di un'altra, anche se potessimo esaminarle accuratamente, finchè non possedessimo parimenti molte delle forme intermedie fra il loro stato passato e l'attuale; ora non possiamo sperare di scoprire queste forme, attesa la imperfezione degli avanzi geologici. Se due, tre o più forme transitorie fossero scoperte, sarebbero riguardate semplicemente come altrettante specie nuove, tanto più se trovate in differenti substrati geolologici, anche se le loro differenze fossero leggere. Potrebbero nominarsi molte forme dubbie esistenti, le quali non sono probabilmente che semplici varietà; ma chi vorrà sostenere che nelle età future si scopriranno tante forme transitorie fossili che i naturalisti arriveranno a stabilire, secondo le regole comuni, se queste forme dubbie siano varietà? Soltanto una piccola porzione del mondo è stata geologicamente esplorata. Inoltre i soli esseri organizzati di certe classi possono essere conservati nello stato di fossili, almeno in una quantità abbastanza grande. Molte specie, una volta formate, non subiscono mai ulteriori cambiamenti, ma si estinguono senza lasciare dei discendenti modificati; e i tempi, durante i quali le specie soggiacquero a certe modificazioni, furono lunghi sì, se calcolati con un numero di anni, ma probabilmente corti al confronto di quelli, durante i quali le specie rimasero inalterate.


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Sulla origine delle specie per elezione naturale
ovvero conservazione delle razze perfezionate nella lotta per l'esistenza
di Charles Darwin
Edizione Barion
1933 pagine 769