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      Questi piccoli cotiledoni non sono probabilmente affatto inutili, giacchè, quando l'ipocotilo esce da terra in forma di arco, essi sono chiusi e compressi l'uno contro l'altro, e proteggono così la plumula; e si aprono in seguito.
      Dai differenti esempi sopra citati e che si riferiscono a piante molto distinte, possiamo inferire che vi è una intima connessione fra la riduzione della grandezza di uno dei cotiledoni o di questi due organi, e la formazione, per ispessimento dell'ipocotilo o della radichetta, di un tubero o bulbo. Ma (ed è questa una questione che si può mettere innanzi) sono i cotiledoni che in principio tendono ad abortire, o forse è il bulbo che primo incomincia a formarsi? Tutte le piante dicotiledoni producendo naturalmente due cotiledoni, mentre, nelle differenti piante, la grossezza dell'ipocotilo e della radichetta è soggetta a numerose variazioni, sembra probabile che questi ultimi organi si sieno ispessiti per una causa qualunque -- in rapporto evidente, in molti casi, con la natura carnosa della pianta adulta -- in modo da contenere una quantità di materie nutritive sufficiente per la pianticella e che, da quel momento, l'uno dei cotiledoni o tutti due, essendo superflui, abbiano perduto nella loro statura. Non è cosa sorprendente che qualche volta si sia trovato un solo cotiledone così modificato, poichè, in certe piante, nel cavolo per es., sono fino da principio di grandezza ineguale, e ciò probabilmente in causa del modo con cui sono disposti nel seme.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766