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      Siccome l'ipocotilo arcuato si sviluppava verso l'alto, esso tendeva a trascinare con sè il seme intero, e lo sperone fregava necessariamente contro le due estremità, ma non premeva in basso nè l'una nè l'altra. Ne risultò che i cotiledoni di cinque dei nove semi così posti, furono portati alla superficie ancora chiusi negli involucri seminali. Quattro semi vennero collocati in una posizione tale che l'estremità, onde esce la radichetta, era diretta verticalmente in basso, e siccome lo sperone si sviluppò nella stessa posizione, la sua punta soltanto venne in contatto coll'estremità di una delle faccie, e sfregò contro di essa; i cotiledoni di questi quattro semi uscirono da terra ancora chiusi negli involucri seminali. Questi differenti casi ci mostrano, come l'azione dello sperone sia legata alla posizione che devono sempre occupare questi semi larghi, sottili e piatti, quando sieno seminati naturalmente. Se veniva levata l'estremità della metà inferiore degli involucri seminali, Flahault ha trovato (come lo trovammo pur noi), che lo sperone non poteva agire, poichè non aveva su che esercitare una pressione, e i cotiledoni venivano alla superficie senza che gl'involucri seminali fossero caduti. Finalmente la natura stessa ci indica l'uso dello sperone: infatti, nel solo genere delle Cucurbitacee attualmente note, nel quale i cotiledoni sono ipogei e non perdono gl'involucri seminali, cioè a dire nel genere Megarrhiza, non vi è alcuna traccia di sperone. Quest'ultimo organo sembra esistere nella maggior parte degli altri generi della famiglia, se giudichiamo da quanto dice il Flahault.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766

   





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