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      Noi abbiamo dunque qui un caso di sensibilità specializzata analoga a quella delle ghiandole della Drosera; questi organi, infatti, dotati di una squisita sensibilità ad una pressione un poco prolungata, non sono eccitati da due o tre contatti rapidi.
      Allorchè la punta di una radichetta è leggermente cauterizzata col nitrato d'argento secco, la lesione che ne risulta è assai debole; la parte immediatamente superiore s'inclina nella direzione opposta alla parte cauterizzata, e ciò più nettamente, nella maggior parte dei casi, che allorquando l'eccitazione è prodotta da piccoli oggetti attaccati sopra un lato. Non è qui certamente il contatto, ma invece l'effetto prodotto dal caustico che fa sì che l'estremità trasmetta alla parte immediatamente superiore un'eccitazione capace di determinare la sua curvatura. Se uno dei lati dell'estremità è gravemente danneggiato o bruciato dal caustico, esso cessa di crescere, mentre l'accrescimento continua sul lato opposto, da che risulta che l'estremità stessa s'incurva verso la parte danneggiata e forma sovente un uncino completo, ed è notevole che in questo caso la parte immediatamente superiore non s'incurva. Lo stimolante è troppo potente od il suo effetto troppo profondo, perchè l'eccitazione prodotta possa essere trasmessa dall'estremità. Nella Drosera, Dionæa e Pinguicula noi troviamo dei casi esattamente analoghi, poichè in queste piante uno stimolante troppo energico non eccita i tentacoli a curvarsi, od i lobi a chiudersi, od i bordi a piegarsi all'interno.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766

   





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