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      Per conseguenza tenderà a prendere una via che l'allontana dagli strati più duri del suolo, e seguirà così le linee della minore resistenza. Succederà la stessa cosa quando incontrerà nel terreno una pietra o la radice di un'altra pianta, fatti che devono ripetersi continuamente. Se l'estremità non fosse sensibile e se non determinasse la deflessione della parte superiore della radichetta, quando incontra perpendicolarmente un ostacolo nel suolo, si ripiegherebbe su se stessa in una massa attorcigliata. Invece abbiamo visto, facendo sviluppare delle radichette sopra delle lamine di vetro inclinale, che, al primo contatto dell'estremità con un pezzo di legno fissato sulla lamina di vetro, la parte terminale tutta intiera si defletteva in guisa che l'estremità occupava ben presto una posizione perpendicolare alla sua direzione primitiva. Lo stesso effetto si produrrebbe incontrando un ostacolo nel suolo, per quanto lo permetterebbe la pressione della terra circostante. Possiamo pure spiegarci perchè le radici corte e grosse, come quelle di Æsculus, mostrano meno sensibilità che altre più delicate, le prime essendo capaci, per la forza del loro accrescimento, di superare un leggero ostacolo.
      Dopo che una radichetta è stata allontanata dalla sua corsa naturale in basso da una pietra o da una radice, ed ha toccato il bordo dell'ostacolo, il geotropismo la spinge a crescere di nuovo direttamente in giù; ma noi sappiamo che il geotropismo non ha che un'azione assai leggera, e qui, come lo ha osservato il Sachs,(59) entra in azione un altro eccellente adattamento.


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Il potere di movimento nelle piante
di Charles Darwin
Utet
1884 pagine 766

   





Sachs